Storia

Amari: dalle botaniche al bicchiere

Amaro è il termine per descrivere un liquore prodotto con acquavite ed erbe o sostanze alimentari aggiunte per infusione, aromatizzazione o distillazione. Il grado alcolico minimo è di 15°, e la percentuale di zucchero non superiore al 10%.

La legge italiana definisce come liquore amaro un prodotto ottenuto da acquavite di origine cerealicola, frutticola o enologica, (detto solvente), e l’infusione o aromatizzazione di erbe e sostanze alimentari come cortecce, bacche e radici (detti soluto).
Il titolo alcolometrico minimo deve essere di 15°, e lo zucchero per litro deve essere sotto la soglia del 10%, altrimenti si parla di liquori.

Introduzione

L’origine degli amari e dei liquori è strettamente legata al movimento di pensiero arabo medioevale, nato intorno al 700 d.C., che prese il nome di “Al Kimiya”, il cui sapere fu fondamentale per la creazione delle prime infusioni alcoliche di erbe, nate a scopo curativo. Con “chimos” i greci indicano la linfa degli alberi, mentre Aristotele chiama con questa parola anche “l’albero”, nel senso di gusto, definendo in questo modo un decotto o un’infusione. “Chymia” in greco, è anche un termine usato per definire la produzione di succhi e decotti.

Le figure principali di questo movimento sono Avicenna e Rhazes, entrambi medici aderenti al movimento alchemico, che, impegnati nella cura dei malati, accumulano un immenso sapere farmacologico ed erboristico, sperimentando giornalmente l’efficacia di decotti e infusi nell’ospedale di Baghdad. Entrambi sono grandi conoscitori di Ippocrate, l’inventore dei vini alle erbe, e basano le loro ricerche seguendo ampiamente le indicazioni del “De composizione medicamentorum” di Galeno.

Il movimento alchemico arabo conta anche altre importanti figure come Abu Muhammad, (fisico e cosmografo) il quale descrisse minuziosamente la distillazione dell’acqua di rose e Zaharawi che scrisse diversi trattati sulla produzione di alcolati, fra cui la canfora, la cannella e i chiodi di garofano. A seguito della liberazione di Gerusalemme nel 1099, il sapere arabo sulla distillazione viene portato alla Scuola di Salerno, fondata nel 1100. Qui viene studiato ed affinato un sistema di distillazione prossimo a quello moderno e fra queste mura si ottengono le prime acquaviti ed i primi toccasana ed elisir di lunga vita.

Il primo amaro ufficiale di cui abbiamo notizia venne realizzato nel 1300.

Il suo creatore, l’alchimista catalano Arnaldo da Villanova, docente della prestigiosa Università di Montpellier, lo utilizzò per curare un attacco di colite renale che aveva colpito papa Bonifacio VIII durante il primo Giubileo. Fu grazie alla cassa di risonanza data da tale evento che l’infusione in alcol di erbe e radici a scopo medico si diffuse presso monasteri e abbazie. I più attivi in tal senso furono i francescani, mentre i frati Gesuati perfezionarono ulteriormente l’infusione in erbe. Raimondo Lullo sostenne, per la prima volta, l’importante tesisecondo la quale è possibile realizzare un “farmaco universale”, in grado di curare le malattie conosciute.

Dal 1400 al 1500 le preparazioni realizzate erano tutte esclusivamente ad uso farmacologico, come attesta Michele Savonarola, medico personale dei Marchesi Estensi. Ad inizio del Rinascimento, si iniziano ad abbandonare le implicazioni mediche e filosofiche e gli amari, veri e propri decotti privi di zucchero, iniziano ad avvicinarsi ai moderni liquori, con implicazioni legate alla loro piacevolezza.

La svolta produttiva a livello organolettico si ha con la scoperta delle spezie indiane e sudamericane che iniziano ad arrivare in Europa grazie alle compagnie delle indie olandesi ed inglesi, ed ai commerci fiorenti delle città Venezia e Firenze. L’uso voluttuario di liquori e amari inizia ufficialmente alla corte di Caterina de Medici, dove si ha notizia di preparazioni deliziose utilizzate per l’accoglienza dei propri ospiti.

Nel 1605 giunse al monastero della Grande Chartreuse un manoscritto sul quale si legge la ricetta per realizzare un elixir amaro con ben 130 erbe, il progetto di “farmaco universale” preconizzato da Lullo. Ci vorranno più di 100 anni di studi e la passione del frate Jerome Maubec per realizzare il liquore seguendo le indicazioni date dal manoscritto. Il risultato è la Chartreuse Vert, il primo liquore amaro della storia, che vedrà la luce nel 1737.

La storia prosegue con la Rivoluzione Francese che, annullando i privilegi del clero, chiude tutti i monasteri, ordina lo scioglimento degli ordini conventuali, costringendo alla diaspora i frati e i monaci, obbligandoli a cercare un lavoro all’interno della società laica. Il sapere dell’infusione esce così dalle mura dei conventi e diventa un sapere popolare alla portata di tutti. Questo si traduce in decine e decine di amari della farmacia casalinga, realizzati seguendo le antiche indicazioni date da questi uomini di chiesa. Il successo di questi amari e liquori porterà i loro inventori o illuminati imprenditori a fare la produzione seguendo criteri industriali, con moltii piccoli opifici che nasceranno quasi tutti a partire dalla metà del 1800.

Gli amari, per la legge italiana, si classificano sul tenore di zucchero e sul rapporto amaro e aroma, pertanto si dividono in

  • amarissimi
  • molto amari
  • aromatici
  • amari aromatici medi
  • amari molto aromatici.

Il metodo produttivo degli amari e dei liquori si compone di:

Infusione Fredda

Detta anche macerazione: le erbe vengono messe per un periodo più o meno lungo, a seconda della ricetta, a bagno nell’alcol. La gradazione dell’alcol, in cui sono immerse le botaniche, può variare per non rischiare di “bruciarle”. Le infusioni posso essere

  • uniche: dove tutte le erbe vengono messe insieme
  • separate: tenendo conto della diversa texture della spezia, corteccia, erba o fiore.

Infusione Calda

Dove si riscalda il solvente, sia esso alcol o acqua per estrarre al meglio i principi aromatici e curativi.

Aromatizzazione

Queste infusioni si possono anche comprare già fatte presso produttori qualificati, per aromatizzare una base alcolica. In base alla ricetta, al produttore rimarrà solo da eseguire la mescola, il riposo e la successiva dolcificazione.

Distillazione

Viene utilizzata per le erbe tipo Artemisia absinthium (pianta dell’assenzio), salvia, tanaceto, o simili, che contengono un alcaloide chiamato tujone. La distillazione si usa anche per stabilizzare ed ottenere la massima aromaticità da una determinata pianta o frutto.

Spesso negli amari si usa distillare una parte dell’infusione per mescolarla nuovamente alla parte restante per avere maggiore intensità ed una minore quantità di alcaloidi all’interno. Nei liquori invece si distilla il prodotto per ottenere un liquido trasparente dai profumi netti ed intensi. Si pensi ad esempio al triple sec ottenuto dalla distillazione di scorze di arance amare e dolci o alla sambuca ottenuta per infusione di anice stellato ed altre piante.

Nel vasto mondo degli amari, che a loro volta rientrano nella categoria dei liquori, ci sono delle diciture specifiche che contraddistinguono determinate caratteristiche, vediamole nel dettaglio.

Amaro

Bevanda spiritosa dal gusto prevalentemente amaro ottenuta da varie droghe vegetali, e usata per le sue proprietà eupeptiche (digestive) nei prodotti digestivi come gli amari centerbe. E’ usato anche come aperitivo (vedi i bitter), ovviamente in miscelazione. Devono essere ottenuti mediante aromatizzazione di alcol etilico di origine agricola con sostanze aromatizzanti naturali e/o identiche a quelle naturali. Il titolo alcolometrico minimo degli amari è di 15% vol.

Elisir

Liquore corroborante o preparato farmaceutico. Nell’arte di preparare i farmaci, l’elisir compare come soluzione idroalcolica medicamentosa, limpida, dolcificata, contenente sostanze aromatizzanti e sostanze ad azione medica. Negli anni poi diventa un consueto genere di liquore virtuoso (di quelli ricchi d’erbe dalle prodigiose proprietà) e figuratamente una panacea, un cordiale confortante. Si prepara sciogliendo o mescolando i vari componenti nel solvente, quest’ultimo di solito costituito da miscele di acqua e alcol.

Liquore

Bevanda alcolica ottenuta dall’unione di alcol con oli essenziali derivati da macerazione (a freddo), infusione (a caldo), o percolazione, di erbe o sostanze aromatiche. Vengono sempre preparati con sciroppo di zucchero e acqua per portarli alla gradazione desiderata, ed eventualmente colorati. Il titolo alcolometrico dei liquori va dai 15° ai 55°.

Fernet

Nome generico di un tipo di bevanda della famiglia degli amari, molto alcolica, bevuta prevalentemente come digestivo o come aperitivo. Nella composizione del fernet entrano oltre trenta ingredienti: erbe, fiori, radici, arancia amara, cannella, camomilla, zafferano ecc. La macerazione è effettuata parte a caldo e parte a freddo, poi viene invecchiato per un anno in botti di rovere. Due sono le ipotesi sull’origine del nome fernet: la prima vuole che il liquore amaro sia stato inventato da un medico svedese di nome Fernet; l’altra invece fa riferimento al nome dell’attrezzo utilizzato per rimestare gli ingredienti del liquore: un ferro che arroventato si pulisce (in milanese fer è ferro, net è pulito).

Alcuni dei Principali Amari

ACHILLEA PALENT -Cuneo-

Liquore amaro, unico nel suo genere, prodotto dall’azienda Bio Palènt. Non esiste nessuna azienda liquoristica che produca in purezza un infuso alcolico di questa pianta. Il sapore è fortemente amaro e ricorda un po’ l’artemisia, pur essendo più elegante nella persistenza. Si può bere liscio, caldo magari con un bel tè zuccherato (in caso di un brutto raffreddore), oppure in miscelazione semplice con acqua tonica.

ALPESTRE -Piacenza-

I puristi della classificazione potranno sostenere che essendo un distillato d’erbe senza aggiunta di zucchero andrebbe classificato in “altri distillati”. La mancanza di zucchero è una delle sue principali caratteristiche, che lo rende diverso da tutti i liquori. Ben 34 erbe compongono questo antico rimedio digestivo e curativo elaborato dai frati Maristi nel 1857. Si pongono le erbe in infusione idroalcolica nell’alambicco per un periodo segreto, e si distillano con un lento processo. Il risultato viene nuovamente infuso con alcune erbe, ricche di clorofilla che donano la classica colorazione verde paglierina.

ALPICELLA -Genova-

La definizione di “Liquore Amaro” presente anche in etichetta è fuorviante in quanto ha solo una scia amaricante, come spesso accade ai prodotti ottenuti per distillazione. I sentori di erbe officinali sono ben evidenti, il liquore si presenta in verde ambrato scarico, segno della distillazione e successiva infusione di erbe con clorofilla per dare struttura e gusto ulteriore. Lo zucchero è ben dosato e bilancia la gradazione alcolica.

AMARO ALPINO -Trento-

Prodotto fin dal 1920 è ottenuto con le classiche erbe alpine. Ha un pack interessante e simpatico: infatti oltre alla classica bottiglia da 0.75, viene presentato con un recipiente in ceramica da 2 litri a forma di botte, sul cui bordo è posizionato il classico rubinetto erogatore. Sulla botte è ben evidenziato il nome del produttore, e il consiglio di consumo che lo indica anche come un ottimo aperitivo, allungato con soda o vino.

AMARO ASIAGO -Asiago-

Nel 1868 Giovan Battista Rossi apre ad Asiago la sua farmacia. Verso la fine dell’Ottocento, quando esplode la merceologia dell’Amaro come prodotto voluttuario e digestivo, Rossi decide di mettere a punto un liquore digestivo nella sua distilleria. Amaro Asiago è un prodotto moderno, giustamente amaro e piacevole, che sfrutta i saperi e la linea di gusto dell’azienda. Un bel sottofondo di genziana e china, non eccessivamente persistente, arricchito della nota balsamica delle erbe alpine.

AMARO GENTILE MAZZETTI -Alessandria-

La ricetta riprende la tradizione dei famosi Amari Tonici. La formulazione -che potrebbe risalire all’inizio del 1800- apparteneva al titolare Mazzetti e fu ritrovata fra gli appunti all’interno della cappella votiva della proprietà. Come da tradizione l’infusione avviene nella grappa. L’amaro è un classico, con gusto equilibrato, amaro ben dosato, e buona persistenza. I sentori della grappa sono ben integrati. Può funzionare come bitter aperitivo con servizio su ghiaccio e scorza di limone, o liscio nel dopo cena.

AMARO AMARA -Catania-

Amara è il nome di questo amaro di Rossa srl, che si fregia, come elemento principale, della scorza delle arance rosse di Sicilia. Questo ingrediente si unisce ad una miscela di zucchero ed erbe aromatiche, per creare un infuso unico nel suo genere. Si presenta per essere assaporato a fine pasto ma anche abbinato ad alcuni cibi come il cioccolato amaro che ne esalta il sapore.

AMARO D’ANGERA -Varese-

Prodotto dalla terza distilleria più antica d’Italia, la Rossi di Angera nota sopratutto per le ottime grappe, prodotte a partire dal 1847. Questo amaro artigianale viene prodotto ancora oggi con metodi tradizionali, partendo dall’infusione di erbe e radici raccolte sulle vicine montagne che circondano il lago Maggiore. Il gusto è ben amalgamato e le erbe formano un unico timbro, dove non si riconosce il singolo botanico.

AMARO AVERNA -Caltanissetta-

La ricetta è ovviamente segreta, ma al naso riconosciamo scorze di agrumi, liquirizia, zafferano e frutta secca. Averna rappresenta il classico amaro di scuola meridionale giocato sui toni agrumati senza una persistenza eccessivamente amara, che gioca sulla facilità di beva, che ben si sposa con la cucina siciliana. Il brand Averna dal 2014 è passato in mano alla Campari Group insieme all’altro amaro di tradizione: Braulio.

AMARO DEL CENTENARIO CERUTTI -Asti-

Da sempre in possesso della ricetta originale i titolari dell’enoteca tornano in produzione nel 2014 e la affidano a La Canellese. L’amaro nasce per celebrare, nel 1961, il centesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Il naso finemente erbaceo ha un sottofondo netto di “amaretto”. L’etichetta è originale e si fregia della dicitura “Aperitivo-Tonico forte”, per le erbe alpine contenute. La persistenza amara risulta piacevole e non è lunghissima: rimane la sola scia della mandorla in bocca e lo zucchero a bilanciare è ben dosato.

AMARO DI CHIANCIANO TERME -Siena-

Un amaro simbolo del territorio con ben 34 piante officinali ed aromatiche, quest’ultime sono macerate a freddo e torchiate dolcemente, in un procedimento tutto naturale. Il prodotto pur richiamandosi alla tradizione, non nasce a scopo medicinale, anzi, risulta un prodotto leggero e beverino. Con soli 16 gradi e zucchero ben dosato, l’amaro risulta aromatico, con rabarbaro ed erbe officinali, e non eccessivamente persistente nella nota amaricante in cui si distingue la genziana.

AMARO DEL CICLISTA -Modena-

E’ prodotto dalla storica azienda Casoni. E’ un amaro di carattere, con zucchero ben dosato,si percepiscono le spezie “della casa” tra cui l’anice, con un finale “affumicato” di rabarbaro e amaricante di genziana. Alla Casoni spetta di aver riportato in auge le dediche, come dimenticare “l’amaro del carabiniere”, “del cacciatore” o “dell’automobilista”. Il ciclista è una metafora della vita: in cima alla salita, ovvero per estensione di una vita amara, fatta di sforzi e sacrifici, c’è sempre la vetta, che rappresenta il successo e pertanto il dolce.

AMARO del DR. ULRICH -Cuneo-

Il dr. Ulrich, era un famoso botanico, che intuì le potenzialità commerciali della città di Torino, si specializzò nella preparazione delle tinture di piante aromatiche, creando dei semilavorati su scala industriale. Nel 1885 ricevette dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio una medaglia d’oro mentre l’amaro gode anche del brevetto regio da parte del Re d’Italia. Questo prodotto ha un amaro ben dosato dove si riconoscono la genziana, l’anice e l’artemisia, zuccherato ma senza eccesso.

AMARO DELL’ELBA -Isola d’Elba-

Prodotto dalla Smania Liquori, l’unica realtà produttiva liquoristica dell’isola. L’amaro è una sorta di sunto dei profumi dell’isola, vera perla del Tirreno, con profumi di scorze di agrumi, macchia mediterranea e resine balsamiche.
L’amaro è moderno, gradevole e beverino grazie alla presenza di erbe a tendenza dolce come il finocchietto, con un grado alcolico non elevato.

AMARO FRANCESCANO -Perugia-

La ricetta è moderna datata 1975 e fu creata da Adonello Giugliarelli, che lo ha messo nuovamente in produzione, dopo 40 anni, nel 2015. Un amaro moderno, piacevole e digestivo, prodotto in maniera rigorosamente artigianale con macerazione a freddo delle erbe. Un prodotto che coniuga territorio umbro, partendo dalle radici di genziana, e piante aromatiche esotiche come la zedoaria, il rabarbaro e la china.

AMARO NONINO -Udine-

L’amaro porta il nome dell’omonima distilleria, ma nacque nel 1933 con il nome di Amaro Carnia, dal nome delle montagne alle spalle di Udine. Le erbe provengono per la maggioranza dai prati e dai boschi delle montagne friulane, le Alpi Carniche,e come base alcolicavengono usatele grappe della distilleria. Il grado alcolico è di 35 gradi, il corredo aromatico equilibrato con amaro ben dosato e con i profumi dell’acquavite in bella evidenza.

AMARO CENTERBA TORO -Pescara-

L’amaro prende spunto dalla base erbacea dell’infusione del Centerbe, che viene poi distillata. Nel caso di questo amaro si parla esclusivamente di macerazione in alcol, con tempi e gradazione segreti. Le piante principali che lo compongono sono tutte di alta montagna provenienti dalla Maiella, compresa l’onnipresente e tradizionale genziana, a cui si aggiunge un tocco di rabarbaro. Il risultato è un amaro moderno, dal gusto netto e caratteristico. Il grado alcolico è decisamente più basso del Centerbe (siamo sui 27gradi) con una presenza di zucchero ideale a bilanciare le note amare.

AMARO BENEFORT -Aosta-

Amaro di montagna, molto alcolico con i suoi 40 gradi, decisamente secco, classificabile nella categoria amarissimi. Le erbe sono raccolte in alta montagna e rappresentano il bouquet tipico della tradizione valdostana, a cui segue un processo di lavorazione esclusivo che vede l’infusione e una distillazione di una parte di essa. Il risultato è un prodotto ricco di gusto e dalla nota amara pronunciata che lo rendono uno degli ultimi amari digestivi della tradizione.

BALSAMO DI GERUSALEMME -Torino-

E’ uno degli amari più misteriosi della storia, prodotto da sempre dalla Regia Farmacia Schiapparelli, in una zona storica ricca di riferimenti esoterici. Questo amaro contiene Mastice di Chio. Le resine appiccicose, come franchincenso, mirra, e lentisco, che trasudano dai certi tipi di alberi sempreverdi, sono usate da molto tempo come rimedi chiamati appunto balsami. Il liquore è un riuscito infuso d’erbe dal profumo e gusto unico, con una chiara nota di incenso, che unisce sacro e profano e che ci riporta dritti nel Medioevo.

BRAULIO -Bormio-

Fino agli ’70 venduto quasi esclusivamente nell’originaria farmacia della famiglia Peloni a Bormio, è oggi apprezzato da tutti gli italiani. Le erbe dichiarate nella produzione sono sempre e soltanto 4 perchè le altre restano segrete: genziana, ginepro, assenzio e achillea moscata. Il Braulio riposa in botti di rovere di Slavonia e, dal 2000, viene prodotta la Riserva Speciale, che i 5 anni di legno caratterizzano per morbidezza e rotondità.

AMARO BRETHIUM CALABRO -Cosenza-

Si compone di 15 erbe tra cui la genziana, cicoria, bergamotto e arancio amaro, per dare una certa fragranza e piacevolezza all’insieme. Ha un gusto decisamente amaro, che poco concede alla moda attuale dei prodotti dolci e poco connotati, facendo riscoprire il gusto di un liquore amaro tradizionale e vero.

AMARO DEL CARABINIERE -Milano-

Imbottigliato dalla Sassano&Pagani, fabbrica di liquori all’ingrosso, l’Amaro del Carabiniere è un mix di 63 erbe presente sin dalla fine degli anni ’70, prodotto esclusivamente per le caserme. Una specialità nata dall’idea di Michele Sassano, che prese ispirazione dalla collezione di bottiglie straniere di un amico, dove tra queste c’erano anche etichette dedicate alle forze dell’ordine.

AMARO IL CARLINA -Torino-

Prodotto dalla Bordiga Liquori in collaborazione con il principale distributore di bevande alcoliche torinesi. Il liquore è un classico della produzione Bordiga, di facile beva, ben eseguito, equilibrato, con una sensazione amaricante poco marcata, piacevole e abbastanza persistente in bocca. Un amaro che affonda le radici nella storia ma che ha un gusto moderno alternativo ad altri must torinesi.

CARDAMARO -Asti-

E’ l’unico amaro al cardo a base di vino. Gradevolmente amaro,è equilibrato tra la nota dolce, l’amaro di alcune erbe e la sapidità del vino. Nella formula segreta troviamo oltre al cardo santo, il cardo mariano e foglie di carciofo che ben dosati hanno un’azione sinergica delle proprietà del cardo, il tutto unito con infusi ottenuti da singola estrazione di colombo, ginepro, bacche di genziana lutea, chiodi di garofano, radice di liquirizia, cardamomo, limone corteccia e maggiorana.

AMARO CHRYSOS -Oristano-

Amaro di nicchia prodotto dalla Silvio Carta. E’ ottenuto dall’infusione in alcool puro dei fiori della sottospecie Helichrysum Microphillum. L’amaro, con i suoi 23° è delizioso, aromatico, avvolge la bocca con sentori che richiamano il profumo del mare e della macchia mediterranea, con discreta persistenza amarognola al palato e il profumo balsamico dell’erba.

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CHINA MARTINI -Milano-

Deriva dalla corteccia del “China Calissaia”, un albero che cresce sulle Ande di Bolivia e Perù. La ricetta esclusiva di China Martini è nata nel 1887 e prevede l’utilizzo di una miscela di erbe ed essenze aromatiche, che danno a questo amaro un sapore gradevolmente dolce. Aroma con note agrumate, seguite da sensazioni floreali e balsamiche dovute a essenze e legni aromatici. Può essere gustato liscio o con ghiaccio.

CHINA CLEMENTI -Massa Carrara-

Nel 1884  il dottor Giuseppe Clementi, botanico rinomato ed esperto, crea nella sua farmacia la ricetta della “China Clementi”.  Questo elisir è composto da due preziose varietà di china tropicale (Calisaya e Succirubra) ,a cui vengono aggiunte arance, erbe officinali e aromatiche. Prodotta attualmente seguendo l’originale procedimento di un tempo, con l’impegno e la stessa passione delle origini.  La China Clementi Antico Elixir, può essere bevuta liscia o con l’aggiunta di acqua calda e scorza di limone,per le fredde serate invernali, oppure essere sorseggiata con ghiaccio e acqua frizzante in estate. Ricca di aromi gustativi, è ideale in abbinamento al cioccolato, sul gelato alla crema e sulla frutta cotta.

CYNAR -Milano-

E’ un liquore dolce e amaro creato da foglie di carciofo e rinomato per la sua versatilità e il suo gusto reso inconfondibile dall’infusione di 13 erbe e piante. Il suo nome deriva da Cynar scolymus, il nome botanico del carciofo, suo ingrediente distintivo. La sua ricetta segreta, è basata su alcune delle sostanze naturali presenti nel carciofo inclusa la “Cynarina”. Grazie al sue caratteristiche rinfrescanti, al gusto dalle note erbacee e alla sua moderata gradazione alcolica (16,5%), Cynar è una bevanda ideale sia come aperitivo che come dopo pasto.

AMARO DIESUS -Cuneo-

E’ l’amaro del frate, sia per l’inconfondibile forma della bottiglia, che per il gusto dell’amaro, tipico dei liquori storicamente prodotti nei conventi. Un amaro tradizionale, frutto dell’infusione in vini pregiati ed erbe aromatiche quali genziana, timo, maggiorana, china, sambuco con chiusura di scorze di agrumi ad ingentilire il tutto. Diesus nasce negli anni Sessanta, è uno dei prodotti di punta della Barbero 1891, entrata a far parte del Gruppo Campari nel 2003.

AMARO STORICA DOMENIS -Cividale del Friuli-

Nasce nei primi anni 2000, la sua composizione non viene svelata, ma sappiamo che vi sono 20 botanici, tra fiori, frutta e radici e che una parte dell’infusione viene distillata per ottenere un alcolato, che è poi miscelato con la parte restante. Non subisce affinamento o invecchiamento, se non un breve periodo in bottiglia per ottimizzare l’amalgama. Al gusto rivela la modernità del progetto, equilibrato e dolce al punto giusto. Se ne consiglia il consumo liscio o ghiacciato.

ELISIR ARABESH -Catania-

Dedicato alle antiche comunità degli Arbëreshë (italo-albanesi) che, fuggendo dall’occupazione Turca Ottomana si stabilirono nel sud d’Italia. Della formula segreta, gelosamente custodita dai Caffo, possiamo indicare solo alcune delle spezie contenute: noce moscata, cannella, chiodi di garofano, fieno greco, coriandolo, mirra e lo zafferano, che Caffo è l’unico a coltivare in Calabria. Presenta un gusto dolce, aromatico e caramellato con un retrogusto leggermente amaro, ed i suoi 38° alcolici esaltano appieno i profumi dell’Oriente

ELISIR DEL PRETE -Torino-

E’ un liquore di erbe officinali selezionate tra le migliori delle valli del Pinerolese, si contano l’Assenzio Romano, la Genziana, l’Artemisia Mutellina, mentre le spezie sono Cannella, coriandolo e corteccia di China. In seguito alla raccolta, avviene la fase di macerazione delle erbe officinali che si svolge in una miscela di alcool ed acqua.Il passaggio successivo prevede il filtraggio per molte volte fino ad ottenere una soluzione brillante. Segue la miscelazione con acqua ed alcool fino al raggiungimento dei 50° vol.

ELISIR DELLO SPEZIALE -Trento-

Liquore delicatamente amaro creato dallo speziale Giuseppe Cappelletti, appassionato di erboristeria. E’ un amaro estremamente piacevole, un mix di erbe trentine e spezie esotiche, piacevolmente zuccherato, la cui nascita non ha scopi curativi. Profumo intenso di erbe e spezie, sapore molto amabile, gusto ricco pieno e persistente con una nota speziata molto ben bilanciata e zucchero ben dosato.

ERBASALUS -Asti-

Un amaro innovativo, non tanto per la composizione, ma per il pack originale, ideato dalla Distilleria Pietro Mazzetti di Montemagno Monferrato. La base è alcol di origine cerealicola che l’azienda acquista, preferibile alla grappa che è troppo invasiva in questo multi erbe. Presenta un bouquet di 26 erbe, che sono visibili nella bottiglia. Infatti non viene filtrato, lasciando rami, radici e fiori all’interno: ha il vantaggio di certificare la mancanza di aromi di sintesi. Ha virtù tonificanti e corroboranti e il produttore identifica il prodotto con la farmacopea casalinga.

FERNET BRANCA -Milano-

27 radici e spezie, ma forse se ne possono contare qualcuna di più, visto che alla preparazione della dose finale presiede solo il Cavalier Branca. Fra questi si riconoscono la mirra (con funzione dilatante del pirolo dello stomaco), le radici di genziana, la cannella, il rabarbaro, la china, le scorze di agrumi, lo zafferano e l’aloe ferox, tutti con comprovate virtù digestive ed antisettiche. Le spezie vengono macerate in alcol separatamente e con tecniche diverse di estrazione, ed il risultato, filtrato, viene invecchiato per un anno in botti di rovere, nelle cantine poste sotto l’abitato milanese di via Resegone.

FERNET CONTRATTO -Asti-

Prodotto dalla storica azienda piemontese, fondata a Canelli nel 1867 da Giuseppe Contratto. E’ composto da una serie di erbe e spezie tra cui mirra, rabarbaro, camomilla, aloe, cardamomo, e soprattutto zafferano, con una base di distillati d’uva e colorato con caramello. Può essere servito come digestivo dopo il pasto, ma può anche accompagnare il caffè o miscelato come cocktail.

FERNET GAGLIARDO -Vicenza-

Dall’infusione di oltre 18 giorni di piante aromatiche, spezie e decotti di piante officinali, rimescolato a mano con la tecnica del bâtonnage, è ottenuto questo Fernet ideale come digestivo e perfetto come ingrediente nei cocktail. Scuro con riflessi ambrati tendenti all’arancio, dal forte gustoerbaceo, con note di liquirizia, genziana, zafferano e retrogusto di menta glaciale. La persistenza è tutta per gli oli essenziali, mentre l’amaro non è troppo invadente.

FERNET GANCIA -Asti-

Erbe e spezie tra cui china, genziana, zafferano, menta, liquirizia, il tutto in una base di alcool etilico, entrano a far parte della formula segreta di Fernet Gancia. Fiori, radici e piante con cui si produce l’infuso alcolico, che conserva le proprietà digestive delle erbe stesse. Dal colore intenso, con riflessi ambrati e nuance dorate, grazie alla presenza dello zafferano. Al gusto spiccano le note amare e un retrogusto gentilmente speziato.

FORMIDABILE -Roma-

E’ un liquore amaro naturale elaborato artigianalmente senza additivi, coloranti, caramello o altro aroma di sintesi o naturale. Prodotto con un processo di macerazione, in purissimo alcool di grano, di piante aromatiche ed officinali, erbe, fiori, cortecce, radici e scorze di frutti. China Rossa, Rabarbaro cinese, Assenzio, Genziana, Arancia Amara, Anice Stellato e Rosa Moscata sono solo alcuni di essi. In bocca è incredibilmente polifonico: le sensazioni si evolvono quasi simultaneamente pur mantenendo separate le caratteristiche proprie di ognuna.

FRACK -Cosenza-

E’ un Amaro indisciplinato creato da una ricetta unica e segreta, composta da tre blend preparati da infusi separati, lavorati tutti da fresco. Il primo blend, particolarmente complesso, dà la carica amaricante; il secondo ne conferisce rotondità e il terzo è composto da una base vinosa calabrese fortificata da spezie. La durata dell’infusione è piuttosto lunga per guadagnare in complessità aromatica. Al gusto si rivela giustamente amaro, con genziana e rabarbaro a chiudere. Lo zucchero non è eccessivo mentre la persistenza amaricante è piuttosto lunga.

GAMONDI -Aqui Termi-

Storico amaro della cittadina di Acqui Terme, prodotto dall’omonima casa liquoristica, fondata nel 1890.Ad oggi la licenza produttiva è passata in mano alla Toso. Liquore ottenuto dall’infuso di erbe e radici macerate a freddo e miscelate secondo l’antica ricetta di Casa Gamondi. Originale gusto dolce-amaro di straordinario equilibrio.

GENZIANOTTO -Chieti-

Liquore piacevolmente amaro, risultato di un’infusione in alcool di radici di genziana e mosto cotto.
Colore bruno ambrato intenso con riflessi dorati.
Bouquet intenso e complesso, i sentori della cottura del mosto d’uva accompagnano le note speziate delle radici di genziana. La sensazione dolce del mosto cotto avvolge il gusto amaro della radice di genziana. La dolcezza del genzianotto deriva dalla dolcezza naturale dell’uva, senza zucchero aggiunto.

GINSENO -Palermo-

Un amaro digestivo alcolico, prodotto per infusione in modo artigianale e naturale. E’ composto da una miscela di radici e piante officinali, in particolare il Ginseng, lavorate e filtrate secondo un’antica sapienza erboristica. La gamma Ginseno comprende il “naturale” che è la base di partenza appena descritta, l’”amabile” (con aggiunta di zucchero di canna), il “menta”(con l’aggiunta di menta), il “manna” (con l’aggiunta dell’omonima sostanza ricavata dalla corteccia del frassino).

HERBARUM -Prato-

L’infusione alcolica di 9 tipi di erbe officinali e spezie dalle intrinseche e riconosciute proprietà terapeutiche, toniche, digestive e corroboranti dà luogo a questo liquore di colore verde tenue, dal profumo alpestre e gusto intenso, accattivante, leggermente piccante. Buon corroborante e digestivo ha un’entrata in bocca morbida e calda e un retrogusto amarognolo. Ingredienti: Alcool neutro, assenzio, calamo aromatico, centaurea minore, angelica, enula campana, cannella, bacche di ginepro, iris, genziana, acqua, zucchero.

HERBIO -Terni-

Nasce come medicinale, veniva indicato e somministrato a chi soffriva di disturbi digestivi e/o reflussi gastrici.La sua produzione avviene per infusioni singole a freddo di erbe in modo da estrarre e mantenerne il principio attivo. Una volta miscelato verrà fatto riposare per alcuni mesi, prima di essere filtrato e imbottigliato. Colore: ambra con riflessi d’oro, al naso agrumato e con profumi aromatici. Gusto fresco, vegetale e leggero grazie alla gradazione alcolica di 20,9°, piacevolmente amaro e persistente.

AMARO IMPERATORE -Foggia-

Le piante aromatiche sono il simbolo della regione, ruchetta selvatica e lampascione, un binomio molto particolare che non deve impaurire, ma incuriosire. Il risultato è infatti un prodotto che esce dagli schemi della scuola meridionale, solitamente giocata su agrumi e frutta secca, con un finale gradevolmente amarognolo ed erbaceo, con zucchero ben dosato. Ideale per un consumo liscio, si presta anche alla miscelazione, anche se l’amaro non molto marcato non permette di sostituirlo ad un bitter classico.

JAGERMAISTER -Germania-

Jägermeister, che significa “guardiacaccia”, nasce in Germania nel 1934 per opera di Curt Mast, un cacciatore per l’appunto. La ricetta, che è sempre stata un segreto, è la combinazione di ben 56 ingredienti di primissima qualità tra frutti, erbe, spezie e radici. Tra questi risaltano l’anice stellato, l’ortica, lo zenzero e la buccia di arancia. Per il logo, Mast si era ispirato alla leggenda di Sant’Uberto che, incontrando un cervo con una croce splendente tra le corna, aveva deciso di rispettare e proteggere la natura. Divenne, in seguito, proprio il protettore dei cacciatori.

JEFFERSON -Cosenza-

L’artefice è Ivano Trombino del Vecchio Magazzino Doganale che seleziona da tutto il territorio calabrese agrumi, spezie ed erbe aromatiche: il bergamotto, le arance amare e dolci, il rosmarino e l’origano sono le botaniche principali da lui scelte che, unite ad altre erbe e spezie, rendono unico l’amaro Jefferson. Dal profilo mediterraneo spiccato, è un amaro versatile da gustare a temperatura ambiente o fresco. Il prodotto si fregia del sottotitolo amaro importante che fa presagire una ricchezza di profumi.

KARMA LUPPOLO AMARO -Caserta-

Un infuso realizzato con i luppoli americani, belgi e tedeschi che donano un profumo intenso ed aromatico. Il processo produttivo segue quello classico, con un’infusione di un mese dei luppoli, che poi vengono filtrati e decantati. L’infuso viene poi miscelato ad acqua purissima. Il profilo organolettico è completato da una miscele d’erbe segrete, dolcificate da zucchero di canna tropicale. Il liquore segue poi un affinamento di un mese in bottiglia per amalgamare al meglio i suoi componenti.

KETTER 1789 -Asti-

Questo amaro è prodotto da un importante realtà operante nel settore dei micro birrifici: il Progetto 1789, che da anni produce e distribuisce ottime birre in Italia. Il nome e la data dell’amaro si riferisce al nome del progetto che ricorda la nascita del primo birrificio italiano a Nizza Marittima ad opera del sig Ketter. All’infuso di erbe è aggiunto una quantità di orzo maltato derivante dalla produzione delle birre.

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AMARO LUCANO -Matera-

Nasce come prodotto medicinale con una produzione limitata per amici e parenti. L’escalation delle vendite si è avuta prima negli anni ’60, grazie a pubblicità e partecipazione nelle diverse fiere, e poi negli anni ’70 e ’80 grazie alla TV. Le erbe che lo compongono sono quelle classiche della tipologia con qualche concessione al territorio, infatti troviamo salvia, assenzio, sambuco, ginepro, liquirizia, eucalipto in ottimo equilibrio. Lo zucchero è ben dosato e bilancia bene le note amare.

LUSOR -Udine-

E’ ottenuto dalla macerazione a freddo di 17botaniche, senza aromi aggiunti. Successivamente avviene la separazione delle erbe mediante pressatura soffice, a cui segue un periodo di maturazione che dura diversi mesi. La Gentiana Lutea, ingrediente principale, proviene dalle coltivazioni sperimentali dell’Università di Udine. La naturalezza del prodotto conferisce un gusto speciale, deciso ma non eccessivamente amaro. Al naso un sentore erbaceo e fresco, mentre al palato si dischiudono tutti gli aromi persistenti delle botaniche.

AMARO MONTENEGRO -Bologna-

Nasce nel 1885, per opera di un ribelle, Stanislao Cobianchi, che volle rendere omaggio alla futura regina d’Italia, Elena del Montenegro. Nella sua ricetta, gelosamente custodita, sono miscelate 40 erbe aromatiche provenienti da Africa, Europa, Asia e Americhe. Il metodo di produzione, dalla bollitura alla distillazione, è tutto artigianale. Grazie ad esso si possono assaporare 6 note aromatiche più la settima che rimarca l’armonia delle precedenti.

MANDRAGOLA -Torino-

Il nome è decisamente originale, ed evoca l’alchimia e i poteri afrodisiaci attribuiti alle bacche della pianta. Pur essendo il nome dell’amaro, il botanico non compare in etichetta fra gli ingredienti, infatti le radici di mandragola hanno un sapore sgradevole e nauseabondo, inadatte ad un liquore. La mandragola è nota per le proprietà anestetiche e sedative delle radici, che nel passato le fecero attribuire poteri sovrannaturali. La formulazione dell’amaro, con 8 botanici mirati alla funzione digestiva, nasce da un’antica ricetta, elaborata ed appartenuta ad un farmacista della Valchiusella.

AMARO NARDINI -Bassano-

Prodotto con pochi principi botanici, in controtendenza con nuove ed antiche produzioni. A base di radice di genziana, arancia, menta piperita, presenta un aspetto bruno scuro, e un profilo aromatico bilanciato, intenso sentore di liquirizia, menta e zucchero tostato. Gusto equilibrato, con un piacevole retrogusto di liquirizia e arancia amara. E’ un amaro dalle sfumature diverse in perfetta armonia tra loro, può essere servito liscio, freddo o con ghiaccio.

ELISIR NOVASALUS -Trento-

Il nome deriva dai suoi passaggi: Elisir della Salute–Elisir della Nuova Salute-Elisir Novasalus. La gradazione alcolica di 16° e la base di vino ne fanno una sorta di vermouth dalla chiusura amara piacevole. Lavorato in modo artigianale rispettando i tempi di macerazione delle erbe (più di 30) e macerato tre mesi. Elisir Novasalus aiuta gli organi a lavorare nel migliore dei modi ottenendo un miglioramento della regolarità dell’organismo. Fresco amarognolo, erbaceo. Lascia la bocca fresca e pulita.

AMARO DELLE OROBIE -Bergamo-

Il prodotto come indica l’etichetta è completamente naturale, ottenuto da macerazione a freddo di erbe e radici alpine e dolcificato con miele e zucchero di canna. Il prodotto viene poi lasciato invecchiare per circa un anno in botti di rovere per farin modo che si arrotondi al palato. Si riconoscono nettamente la genziana Lutea, l’angelica, e la presenza di scorze di arancio per rendere piacevole la beva, come si usava ad inizio secolo per vermouth e aperitivi a base di vino.

AMARO IL PADRINO -Corleone-

Dimostrando una buona dose di spirito, Calogero Simone ha deciso di sfruttare un marchio di fabbrica decisamente riuscito della zona: il padrino della mafia. Nasce da un antica ricetta Corleonese, da numerose erbe siciliane, unite in maniera armoniosa che gli conferiscono un sapore unico ed inimitabile. Nel corso degli anni l’amaro il Padrino ha riscosso ottime critiche da vari degustatori. E’ consigliato come digestivo. Di colore nero caramellato, gusto intenso e profumo misto tra menta e liquirizia.

PELINKOVAC:

Questo amaro di tradizione slava è un ennesima declinazione dell’utilizzo dell’artemisia (assenzio), che in tutta Europa ha dato vita a vermouth ed amari di tradizione, come nel caso dell’ungherese Unicum.

Il nome in realtà indica una tipologia di prodotto, un po’ come accade per noi per il Fernet o l’amaro Felsina ed ha parecchi interpreti nella sua terra di origine. Il nome si pronuncia “pelìnkovàz” e nella sua radice c’è il nome della pianta Arthemisia Absinthium che suo principale aromatizzante che in in lingua serbo-croata si dice pelin-pelen.

Il sapore è decisamente amaro e poco concede alle mode attuali dei liquori gradevoli ricchi di spezie nobili e e frutta secca. La gradazione alcolica varia dai 28 ai 35 gradi ed è consumato come dopo pasto, a differenza di vermouth ed assenzi che hanno un utilizzo principalmente come aperitivo. Per la sua produzione si utilizzano altre 34 erbe in media, con differenze ovviamente fra aziende e regioni, macerate in alcol di vinaccia. Per tutte le produzioni c’è l’aggiunta di caramello o zucchero bruciato che viene prodotto, come nel vermouth, in apposite macchine.


Il metodo produttivo sembrerebbe quello in infusione, ma rimane difficile avere notizie certe anche per una certa difficoltà con l’inglese tecnico di alcuni produttori. Inoltre le ricette famigliari sono difese con il massimo riserbo dai liquorifici. Il prodotto è popolare in Serbia, Croazia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina, come pure in Slovenia, dove è conosciuto come Pelinkovec o Pelinovec. Per via della vicinanza è conosciuto e distribuito anche in Italia, in zona Trieste.
Le marche più apprezzate sono Gorki, più spessa e dal gust amaro, List, Maraska Pelinkovac e Pelinkovac Badel, quest’ultima più vicina al gusto di Jägermeister, più dolce e meno amaro.

PETRUS -Olanda-

Il 6 aprile 2020, in pieno lockdown e recessione economica il Gruppo Caffo 1915 ha acquisito lo storico marchio Petrus. Questo è un amaro dal gusto ricco, l’amarissimo per antonomasia perché privo di zucchero: un plus che lo rende unico nella ricetta e nel sapore. E’ realizzato con un mix di erbe e di spezie dosate con sapienza e una gradazione alcolica di ben 45 gradi.

PRATUM -Treviso-

Prodotto dalla distilleria Bonaventura Maschio, si utilizzano 7 erbe che vengono raccolte nei prati selvatici stabili montani. E’ un amaro dal grado alcolico moderato, corpo rotondo e armonioso, un bouquet di erbe officinali pieno, con toni inconfondibili di timo e mentuccia. Al gusto totale armonia di sapori naturali. Retrogusto amabile, persistente, ed una nota leggermente amara di achillea che si sposa ad una fresca e delicata dolcezza di base.

RAMAZZOTTI -Milano-

Non è facile raccontare 200 anni di storia in un bicchiere. Una perfetta combinazione di 33 erbe, spezie e radici provenienti dal mondo come scorze di arance di Sicilia, anice stellato, cardamomo e chiodi di garofano, che vengono ridotti in polvere e miscelati con zucchero caramellato ed alcool. Alla vista è limpido, con tonalità marrone intenso; al naso è armonico, con sentori di buccia d’arancia ed erbe aromatiche; al palato corposo, con un retrogusto gradevolmente amaro, lascia una piacevole persistenza in bocca.

RUTABEN -Trento-

Amaro fortissimo senza zucchero, da erbe officinali montane ed esotiche, con i suoi 45° è “per poche persone dotte e giudiciose”. Grazie alla quasi totalità di genziana questo è l’amaro per chi ama il gusto amaro inteso nel vero senso della parola amaro. La sua formula appartiene a un erbario del 1617 dove viene riportato che questo amaro ha molte virtù fra le quali “cacciare la ventosità” e “fare buon fiato”. Ha caratteristiche organolettiche mascoline. Profumo: intenso di erbe montane, sapore: molto amaro, deciso, fresco e pulito.

AMARO SAN GIUSEPPE -Bassano-

L’amaro, di chiara ispirazione ecclesiale, prende vita grazie ai padri Gesuiti, che nella frazione Villa avevano un loro monastero, con annessa farmacia erboristica e distilleria. La ricetta originale era patrimonio di un farmacista ed erborista, che la donò ai frati affinché potessero produrla. Realizzato l’amaro, i Gesuiti gli diedero il nome del santo simbolo della dedizione al lavoro, silenzioso artefice del disegno divino.

AMARO SAN SIMONE -Torino-

L’amaro per antonomasia dei torinesi e parte del Piemonte. San Simone prende il nome da una confraternita di monaci presente a Torino nel XVI secolo e oggi la produzione è rimasta più o meno la stessa, se non per i numeri cresciuti notevolmente. È un liquore piacevole di facile beva, ottenuto con piante ed erbe locali, con grado alcolico di 26,5° e composto prevalentemente da china.

AMARO SIBILLA -Macerata-

Fu inventato nel 1868 da Girolamo Varnelli che mise a frutto la sua grande esperienza erboristica per avere un prodotto che fosse anche “rimedio” per i pastori della transumanza. Ancora oggi, questo amaro, è ottenuto da un decotto su fuoco a legna di genziana ed altre piante officinali. Viene dolcificato esclusivamente con il miele dei Monti Sibillini e poi lungamente decantato e rifinito a tela prima di essere imbottigliato

AMARO TOSOLINI -Udine-

Prodotto dalla Distilleria Bepi Tosolini è un raffinato amaro d’erbe preparato con un’originale miscela di botaniche mediterranee, senza aromi, coloranti e conservanti. La ricetta prevede la macerazione in acquavite d’uva Most® e purissima acqua delle Alpi Giulive di oltre 15 botaniche tra erbe, spezie e radici tra cui angelica, arancia amara, genziana, anice stellato, chiodi di garofano, melissa, menta, zenzero, salicornia, limonio, finocchio marino, rosmarino, rabarbaro, calamo, e assenzio marino. Parte dell’infuso è successivamente distillato in alambicchi “small batch” riposa in botti di legno di frassino per oltre quattro mesi. Presenta un colore bruno intenso, il sapore è ricco e aromatico con retrogusto di arancia amara e un finale con note di spezie mediterranee dolci.

AMARO TRE FONTANE -Roma-

Preparato dai monaci trappisti dell’abbazia delle Tre Fontane, seguendo un’antica ricetta che ne sigilla la qualità finale. Il complesso abbaziale delle Tre Fontane è situato sull’antica via Laurentina, una valle nota per i numerosi alberi di eucalipto e per le numerose sorgenti d’acqua tuttora attive.Liquore digestivo, moderatamente alcolico, ottenuto dall’infusione di varie erbe, tra cui rabarbaro e china.

UNICUM -Ungheria-

E’ il più antico liquore alle erbe d’Europa, prodotto impiegando oltre 40 tipi di erbe e spezie diverse. Il nome si rifà alla frase che esclamò l’imperatore Giuseppe II d’Austria, il quale dichiarò “Das ist ein Unikum!”. Si presenta di colore ebano intenso e concentrato. Al naso sprigiona un bouquet ampio di mora e prugna in confettura, arricchito da sentori di alloro, ginepro e chiodi di garofano, insieme a sensazioni tostate di tabacco e di cuoio.
In bocca è morbido e avvolgente, con un finale secco e gradevolmente balsamico.

VECCHIO AMARO DEL CAPO -Vibo Valentia-

Un prodotto della Distilleria Caffo che prende il nome da Capo Vaticano: località turistica calabrese. Frutto di un’antica ricetta calabrese, vanta circa 30 ingredienti tra i quali arancio dolce e arancio amaro, ginepro, liquirizia, mandarino,camomilla. Oggi è tra gli amari più venduti , il primo ad essere stato proposto ghiacciato.
Di colore scuro,con un gusto dolce dal retrogusto aromatico e una gradazione alcolica di 35°.

VECCHIO AMARO DEL PIEMONTE -Asti-

Prodotto dalla rinomata distilleria Quaglia,è un amaro di nicchia, in modo da permettere la produzione artigianale. Il liquore è un vero classico, ha 20 erbe nel suo bouquet ed ha un gusto rotondo e pieno che concede qualcosa in dolcezza alla nuova tendenza riscontrabile in molti prodotti della tipologia. Anche il grado alcolico di 25° è assolutamente in linea con il gusto moderno che vuole gli amari con grado alcolico moderato.

AMARO VULCANO – Catania-

Realizzato con le ricette tipiche delle terre sicule mediante metodi artigianali che vengono tramandati ancora oggi al fine di offrire liquori che riportano alla mente i profumi e i sapori della meravigliosa Sicilia. L’amaro nasce negli anni trenta da una ricetta della famiglia Fichera tramandata per generazioni. Infusi di erbe benefiche, zucchero e alcool idrato purissimo si sposano in una bevanda dal gusto amabile, stimolante e digestiva. Ideale compendio di ogni buon pasto, l’Amaro Vulcano diventa anche con aggiunta di selz, un ottimo aperitivo.

WALDHEXE-Bolzano-

Unico liquore amaro della Distilleria Psenner, la cui ricetta è stata elaborata dall’azienda basandosi sulle conoscenze erboristiche attuali avvalendosi di professionisti.Il nome Waldhexe, tradotto significa la “Strega del Bosco”,la sua nascita fu dovuta alla richiesta di alcuni organizzatori di una festa locale a cui la Psenner aderì producendo questo liquore particolare, la cui ricetta non è dichiarata. Visto il successo, fu messo in produzione permanente.Il gusto è equilibrato, delicatamente amaro, giustamente dolce, decisamente in linea con le attuali tendenze di mercato.

AMARO WALSER -Valle d’Aosta-

E’ un amaro tonico, digestivo, di erbe alpine che nasce alle pendici del monte Rosa, dove la comunità montana Walsi, insidiatasi nel 1200 creò questa ricetta. E’ caratterizzato dai sentori alpini, contiene tra le altre, anice, assenzio gentile, arancio amaro, salvia, menta piperita, e lavanda.

AMARO 900 -Valdagno-

Le origini della Liquoreria Carlotto si devono alla famiglia Potepan, di origine ungherese, approdata alla Corte Asburgica di Francesco I d’Austria intorno al 1820. Il 900 è un Amaro di tradizione mitteleuropea che risale ai primi anni del 1900 ed è prodotto a partire da sapienti infusioni di 39 botaniche aromatiche tra cui prevale la Salvia che dona un aroma unico. Colore: Mogano brillante con riflessi aranciati. Olfatto: Note aromatiche di fiori ed erbe officinali. Gusto: Predominante la Salvia, accompagnata da un ricco bouquet aromatico e floreale.

RIASSUMENDO

Come si è visto, un amaro è un liquore di erbe, fiori, frutti e radici sapientemente selezionati e miscelati,che poi sono macerati in alcol, distillati e fatti invecchiare. Molti liquori hanno origini antiche che risalgono addirittura al medioevo. Questo perché il procedimento di produzione dei liquori era già conosciuto, ma veniva usato esclusivamente campo medico ed erboristico.

In medicina si credeva, addirittura che potesse curare malattie gravi come il vaiolo o allungare la vita. Non a caso quasi tutti i liquori includono ingredienti ben noti per gli effetti positivi sull’organismo. È questo il motivo principale per cui quelli alle erbe vengono usati principalmente come digestivi. Fu solo in seguito, quando le rotte marinare si spinsero verso altri continenti
– Americhe, Asia e Africa – che degustare un liquore divenne anche un gesto di puro piacere. Ciò fu dovuto all’introduzione di nuove spezie che arricchì e migliorò il sapore degli amari già esistenti all’epoca.

Non tutti gli amari sono al 100% naturali. Nel senso che in alcuni casi possono essere utilizzati, al posto delle erbe vere e proprie, degli aromi che rendono la produzione molto più celere. Questo non vuol dire che si tratti di liquori di bassa qualità, ma semplicemente che alcuni estratti vengono ottenuti attraverso procedure industriali piuttosto che artigianali, come vuole la tradizione. Si riconoscono dal fatto che tra gli ingredienti, oltre ad acqua, alcol e zucchero, annoverano la dicitura “aromi”.

Gli amari hanno tutti una gradazione molto elevata (rientrano nella categoria dei superalcolici non appena superano una gradazione del 21%) rispetto per esempio al vino e alla birra. È per questo motivo che una dose singola di questi alcolici, il così detto shot, è di soli 4 cl. Conoscere la gradazione di un amaro è utile per tenere sotto controllo il tasso alcolemico e gestire bene la quantità di alcol che si ingerisce. È vero che gli amari nascono principalmente come medicine, ma questo accadeva nel medioevo, quando le conseguenze sulla psiche e sull’organismo dell’alcol, l’ingrediente principale, non erano conosciute.

Il volume indica quanti cl contiene una bottiglia. È utile conoscere questo fattore anche per stabilire il rapporto tra qualità e prezzo di un amaro.
È chiaro che una bottiglia di un litro che si acquista per pochi euro – a meno che non sia in offerta speciale – contiene un liquore di scarsa qualità.
In caso contrario, una bottiglia da poche decine di cl ad un prezzo elevato equivale, nella maggior parte dei casi, ad un liquore realmente artigianale che contiene ingredienti naturali.

Bottiglia. Il design e la qualità del vetro con cui è fatta la bottiglia sono importanti, se reputi l’estetica tra le caratteristiche degne di essere valutate. Solitamente le bottiglie non vengono solo aperte e servite, ma vanno anche esposte, sia che tu debba farne un uso domestico, sia se vuoi regalarle, sia se le acquisti per il tuo locale pubblico.

Etichetta. Le etichette degli amari sono generalmente molto complesse. Comprendono sempre un logo identificativo e ben riconoscibile, il nome dell’amaro spesso scritto in caratteri particolari, disegni o decorazioni, un motto o una citazione e, ovviamente, tutti i dati relativi all’amaro in sé (ingredienti, volume, gradazione, provenienza geografica, ecc). Un piccolo segreto: etichette antichizzate sono molto spesso indice di un amaro di grande qualità.

Storia. Un amaro racchiude i sapori autentici del territorio in cui è nato, proprio perché proviene direttamente dalla sua terra. Ma racchiude anche la storia della sua nascita in ogni suo shot. Conoscere tali storie permetterà non solo di vivere un’esperienza gustativa, olfattiva e visiva, ma anche emotiva.

DEGUSTARE UN AMARO: LISCIO O NEI COCKTAIL

Per duri e puri: scegliete l’amaro che più si adatta ai vostri gusti e godetevelo
liscio, oppure con qualche cubetto di ghiaccio e una spruzzata di succo di limone o arancia. Per i neofiti dell’amaro, saranno adattissimi amari “gentili” come Averna, Nonino o Forthave Marseille.

SPRITZ

Lo Spritiz adotta il classico modulo 3-2-1: tre parti di Prosecco, due parti di Aperol e una parte di soda. Volendo sostituire l’Aperol, tenete conto che la maggior parte degli amari sono più amari, quindi invece di due parti di amaro mettetene una sola, così il cocktail non risulterà troppo aggressivo.
Altra soluzione: usate amari più dolci, come ad esempio il Cynar, a base di carciofo, oppure utilizzate sidro o birra allo zenzero al posto del prosecco.
Ancora un consiglio: mettere tre parti di seltz e una parte di amaro, aggiungendo la solita spruzzata di succo di limone o arancia, per un cocktail gradevole ma poco alcolico. Gli amari consigliati per questi Spritz sono Cynar, il St. George Spirits Bruto Americano, il Rabarbaro Zucca o i classici amari rossi come il Gran Classico o il Forthave Rosso.

NEGRONI

Anche il Negroni è uno dei cocktail più conosciuti: tre parti uguali di gin, Campari e vermouth rosso. Provate a mettere un amaro al posto del Campari, oppure sostituite il gin con whisky, tequila o acquavite di mele. Ancora, potreste sostituire il vermouth con liquori tipo il Saint Germain. Importante è bilanciare la nota del distillato con la dolcezza del vermouth e l’aroma dell’amaro, combinandoli al meglio. E non abbiate paura di aggiungere una spruzzata di Prosecco o di soda, se preferite un drink più leggero. Oppure, se volete andare sul sicuro, preparatevi semplicemente un “Negroni sbagliato”, il cocktail inventato per caso a Milano negli anni ’60 da Mirko Stocchetto, dove al posto del gin, assieme al Campari e al vermouth rosso, viene messo del prosecco.

Cocktail e drink a base di amari

Ogni casa produttrice sponsorizza, sulla scia di successo della mixology con gli amari, le ricette di cocktails che meglio esaltano il liquore nei drink.
Di seguito un accenno di alcune tra le maggiori case produttrici, con il suggerimento di spulciare in rete al link collegato per ulteriori consigli.

FERNET BRANCA

LUCANO

MONTENEGRO

VECCHIO AMARO DEL CAPO

RAMAZZOTTI

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